FERROSUD: CASTELLUCCIO, QUALCUNO SPIEGHI PERCHE’ A PISTOIA SI POSSONO FARE 300 TRENI E A MATERA NEMMENO UNO

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Nel Paese c’è un caso positivo ed importante di come è possibile, concretamente, superare la crisi dell’industria del comparto ferroviario. La settimana scorsa, esattamente il 17 ottobre scorso, il Premier Renzi in visita allo stabilimento di Pistoia di Hitach Rail Italy, in precedenza AnsaldoBreda, ha confermato il contratto di fornitura per lo stabilimento toscano di circa 300 treni, tra cui Etr 1000 e convogli per il trasporto regionale. Lo stesso Premier ha parlato della possibilità di estendere la commessa del 20%, quindi di arrivare fino a 360 treni. Un’occasione per il gruppo Ferrovie dello Stato, attraverso Barbara Morgante, amministratrice delegata di Trenitalia , per ribadire l’attenzione per l’azienda di Pistoia, che continuerà ad essere fornitrice di materiale rotabile attraverso le varie commesse in essere. Qualcuno deve spiegarci a questo punto perché 300-360 treni si possono fare a Pistoia e nemmeno uno a Matera”.

Lo afferma il vice presidente del Consiglio Regionale Paolo Castelluccio (Fi) ricordando che “nel mese di maggio scorso Trenitalia ha indetto una maxi-gara per costruire 500 treni destinati a potenziare, nell’arco dei prossimi 5- 6 anni, il trasporto regionale italiano. Una commessa del valore di 4,5 miliardi di euro a cui guardano con estremo interesse tutti principali costruttori di treni del mondo”.

La città di Matera e la comunità materana invece – continua – rischiano di essere doppiamente penalizzate: senza collegamenti alla rete ferroviaria nazionale e senza commesse di materiale ferroviario per la Ferrosud. Non basta la solidarietà ai lavoratori e rivendicare un tavolo nazionale di trattativa con il Governo. Occorre un impegno diretto della Giunta Regionale su Rfi e Ministero alle Infrastrutture tenuto conto che nel contratto di programma con Rfi ci sono 9 miliardi di euro di investimenti da spendere nei prossimi anni anche nella costruzione di nuovi treni e carrozze.

Lo stabilimento Ferrosud, come dimostrano le commesse eseguite, tra le tante, negli anni passati, per le metropolitane di Boston, San Francisco, Copenaghen, al pari di quello di Pistoia, è in grado di produrre carrozze di alta tecnologia e pertanto non può essere tagliato fuori dal giro delle commesse. Non c’è da perdere più tempo – continua il consigliere di Fi – per ottenere un piano industriale in grado di dare tranquillità a lavoratori e famiglie e da Rfi e Ministero ai Trasporti il riconoscimento di unità produttiva che deve essere messa nelle condizioni di lavorare. E’ il caso di ricordare al Governo Renzi e ai manager di Rfi l’esperienza acquisita in oltre 40 anni ed il know how posseduto, unitamente alle dotazioni ed impianti, che mettono la Ferrosud in condizione di poter costruire qualsiasi tipo di carrozza in acciaio al carbonio, acciaio inox e lega leggera. A meno che si debba di  nuovo far ricorso a commesse estere nonostante le risorse statali assegnati alle Ferrovie Italiane”.

Per il consigliere di Forza Italia “si è già perso tempo nelle procedure di riassetto societario mentre non si è stati capaci di affrontare la situazione, sia pur delicata, del concordato preventivo. All’Ugl – dice ancora il consigliere di Fi – va riconosciuto che sin dalle origini della crisi dell’azienda, è stata l’unica sigla sindacale a manifestare forti dubbi circa la possibilità che la stessa riuscisse ad attuare un piano industriale credibile e, soprattutto, positivo.

Il destino della Ferrosud – conclude Castelluccio – è strettamente legato alle prospettive di rilancio del comparto manufatturiero del Materano che sta scomparendo del tutto”.

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