REFERENDUM: ASS. LUCANI NEI BALCANI, VOTO ITALIANI ALL’ESTERO SARA’ DETERMINANTE

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l dirigenti dei maggiori istituti demoscopici – Renato Mannheimer (fondatore di Ispo) e Roberto Weber (presidente di Ixè) – concordano sul fatto che il voto degli italiani all’estero al prossimo referendum costituzionale “sarà determinante”. Il dato estero pesa “specialmente” perché i sondaggi che riguardano l’orientamento degli italiani sulle riforme “si fanno solo in Italia”. Qui la differenza fra il Sì e il No è intorno “al 4-5%” e gli italiani che votano all’estero rappresentano una percentuale più alta (circa l’8%) dell’intero corpo elettorale. Alla vigilia del voto questo ci carica di impegno e responsabilità.

E’ quanto sostiene Giovanni Baldantoni, presidente Associazione Lucani nei Balcani, lamentando che tra le comunità di lucani (e di italiani) all’estero il livello di informazione sui quesiti referendari è decisamente basso. E’ già successo che il voto all’estero abbia ‘sparigliato’ le carte e ribaltato un risultato fino a poco prima ritenuto definitivo: andò così nel 2006, quando i 26mila voti ‘fuori confine’ segnarono la vittoria di Romano Prodi e della sua coalizione, l’Unione. Il conteggio finale del voto degli italiani all’estero determinò il rovesciamento del risultato al Senato, attribuendo la vittoria alla coalizione guidata da Prodi, con la conquista di quattro senatori su sei contro uno di Forza Italia. Anche alle ultime elezioni politiche il voto degli italiani all’estero è stato decisivo per gli equilibri dei partiti: il Pd è risultato essere primo grazie ai voti degli italiani all’estero, mentre il Movimento 5 Stelle si è aggiudicato il primato dei voti arrivati dall’Italia. In totale, il Pd ha ottenuto 8.932.615 contro gli 8.784.499 dei pentastellati.

Per Baldantoni l’appuntamento elettorale del 4 dicembre è troppo importante per il futuro del Paese e delle comunità degli italiani all’estero per essere disertato ma purtroppo senza iniziative di dibattito tra le ragioni del SI e quelle del NO i nostri corregionali all’estero e quanti conservano la residenza nei paesi d’origine non avranno l’opportunità di esprimere il proprio voto. Di qui la sollecitazione a promuovere incontri all’estero tra i nostri emigrati per spiegare la portata della consultazione referendaria e coinvolgerli nel confronto tra le ragioni del SI e quelle del NO. C’è poi – aggiunge – un aspetto importante per le comunità di lucani all’estero: la rappresentanza parlamentare della nostra regione in quello che sarebbe il nuovo Senato si riduce a due soli senatori mentre si assottiglia complessivamente la rappresentanza degli italiani all’estero nonostante le nostre continue sollecitazioni ad aumentare deputati e senatori votati direttamente da quanti sono emigrati.  


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