Granosalus al Castello del Malconsiglio

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Il cibo a basso prezzo è un illusione, non esiste. Se parliamo della pasta il suo vero costo alla fine viene pagato da qualche parte. E se non lo paghiamo alla cassa, lo paga la nostra salute.

Si è svolto lungo questa direttrice l’ affollato incontro presso il Castello di Miglionico (Matera) a cui hanno preso parte tanti agricoltori di Puglia e Basilicata, consumatori, sindaci ed il rappresentante dell’ Anci di Basilicata Adduce, tutti desiderosi di essere informati del sistema nel quale inconsapevolmente si sono ritrovati.

I promotori di GranoSalus, l’associazione del Sud che si occupa di tutela del grano e dei suoi derivati, hanno spiegato perché il grano dei campi assolati è più salubre rispetto a quello estero, in particolare quello canadese raccolto quest’anno sotto la pioggia e la neve, e quali strategie adottare, invece, per valorizzare il giacimento d’oro di cui naturalmente dispone il Mezzogiorno.

E’ stato evidenziato come la responsabilità sociale che hanno i produttori di materie prime salubri non può fermarsi di fronte a nessun ostacolo. Nemmeno di fronte a qualche azione di disturbo pilotata.

Due le azioni che l’associazione porterà avanti, insieme ad altri movimenti agricoli, per rovesciare una piramide che tiene sotto scacco il settore: il controllo della qualità sui prodotti finiti (pasta, pane e altri derivati dei cereali) e il controllo della trasparenza sui meccanismi di formazione dei prezzi all’origine.

Da diversi anni i movimenti agricoli hanno sollevato il problema della contaminazione del grano anche mediante audizioni parlamentari e convegni. Ma la forza delle lobby della pasta è tale da impedire qualsiasi cambiamento normativo. Anche i controlli sulle navi all’ ingresso hanno dimostrato tutti i loro limiti.

Ecco perché bisogna trovare altre strade per tutelare la salute dei cittadini: il modello dell’olio di palma ritirato dal mercato perché chiesto dai consumatori è un valido esempio per comunicare la qualità e convincere l’industria italiana a fare retromarcia. Nelle prossime settimane sarà messo a punto un portale che informerà i consumatori. La vera battaglia è sulla comunicazione solo così Granosalus potrà dimostrare ai consumatori che il nostro grano non è indifferenziato. Ha un valore nascosto che il mercato attuale non vuole riconoscere, ma che può aiutare tanti cittadini a guarire.  Molti consumatori già seguono sui social e sui blog la nostra associazione. Quasi un milione di persone da diversi mesi leggono i nostri post sulle pagine di Terroni di Pino Aprile, di Briganti, di Timesicilia.it e INuoviVespri.it. E tanti ci chiedono che pasta mangiare, smarriti dalla disinformazione imperante nel settore.

Un primo risultato politico è già stato ottenuto. La griglia di valutazione della qualità proposta da Granosalus è stata recepita tra gli impegni del governo grazie ad una risoluzione approvata in Commissione agricoltura presso la Camera dei Deputati a fine settembre. Con questo strumento sarà possibile analizzare la presenza di micotossine, pesticidi, glifosate, metalli pesanti e radioattività e differenziare i prodotti nazionali da quelli esteri.

E’ stato invocato l’intervento della ministra Lorenzin per la salvaguardia della salute dei consumatori, sia riguardo ai tenori di micotossine, sia riguardo al tema del glifosate. Sul mercato, infatti, diventano disponibili dei grani che dal punto di vista mercantile sembrano ottimi ma non sono buoni per l’alimentazione.

Il valore del Don, ad esempio, nei mangimi in Europa è pari a 8000 ppb, mentre in Canada a 1000 ppb: quindi il Reg Ue 1881 del 2006 non offre nessuna sicurezza ma solo uno scudo legale per smaltire navi che andrebbero destinate ad altri usi.

Oltre alla trasparenza sulla qualità tossicologica, base della qualità del grano, si è parlato anche di trasparenza dei prezzi nella filiera.

Non è possibile che dal produttore al consumatore ci sia un ricarico del 500% sui prezzi. A tal fine i relatori hanno illustrato che dal 2 luglio 2015 il tema della trasparenza è stato sancito per legge, grazie all’istituzionalizzazione delle Commissioni uniche di mercato (Cun). Sul grano se ne avverte una profonda esigenza, atteso che le borse merci sono totalmente inadaguate e in contrasto con la normativa europea sulla concorrenza. Dopo la chiusura della Commissione di Foggia, di emanazione pubblica, si attende la chiusura del borsino di Altamura, di emanazione privata.

Obiettivo finale della CUN del grano è bilanciare la redistribuzione dei redditi lungo la filiera e difendere produttori e consumatori.

Salvatore Adduce, presidente dell’ANCI, ha affermato che salta all’occhio che quei prezzi bassi nei supermercati sono indice  di qualcosa che non va, ma il consumatore li acquista senza porsi domande. È necessario sviluppare un’azione comune per combattere insieme e mettere ordine in questa materia a difesa della nostra salute, dei produttori locali e del loro reddito. Il nostro interesse assoluto nel difendere il grano è un diritto sacrosanto come il diritto alla salute e alla vita. Presto il tema sarà portato all’ attenzione dell’ Anci nazionale perché i sindaci sono responsabili delle condizioni di salute della popolazione dei propri territori.

Ufficio Stampa Granosalus

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