L’ARCHEOLOGIA, IL VALORE AGGIUNTO DEL PARCO NAZIONALE DELL’APPENNINO LUCANO

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Inaugurata la Mostra sull’Acquedotto romano nel Museo Archeologico Nazionale dell’Alta Val d’Agri

Si arricchisce di nuove scoperte e tesori il Parco Archeologico di Grumentum, uno dei fiori all’occhiello del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, situato nel cuore del suo territorio. Sabato scorso infatti, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2016, si è tenuto presso la sede del Museo Archeologico Nazionale dell’Alta Val d’Agri, il vernissage della Mostra sull’approvvigionamento idrico all’epoca degli antichi Romani, nell’ambito del quale sono stati presentati i risultati delle ricerche svolte da esperti archeologi dal 2001 al 2015 (durante gli scavi eseguiti dalla SNAM per la costruzione del metanodotto) nei territori della Val d’Agri. Survey, rilievi e ricerche hanno portato alla luce un acquedotto romano che percorreva i territori di Moliterno, Grumento Nova e Sarconi la cui costruzione risale alla metà del I secolo a.C.. In questo periodo, in seguito alla guerra sociale, Grumento diventa città vera identificandosi come tale con la costruzione di monumenti, cinta murarie ed acquedotti.

Durante il vernissage gli interventi dei curatori della Mostra, il direttore del Museo Nazionale Salvatore Pagliuca e il topografo Francesco Tarlano, hanno mostrato ai presenti le interessanti scoperte. Si trattava di una condotta a pelo libero rivestita di calce idraulica rossastra che impermeabilizzava l’opera, ricoperta da volte che sono state ipotizzate a tutto sesto, di cui oggi non rimane nessuna testimonianza. L’acquedotto doveva essere costituito in alcuni tratti da fondazioni in muratura, da paramenti e archi. Gli esperti hanno calcolato una possibile estensione dell’opera di circa 5050 metri di lunghezza riuscendo a risalire anche alla portata dalle incrostazioni rinvenute.

Resti di questa antica ed importante opera si sono ritrovati a valle di Moliterno (Madonna di Arsieni dov’è presente una fontana monumentale), in Contrada Castagneto di Moliterno e lungo il fiume Sciaura,  in Località Spineta di Grumento dove si nota la presenza di una vasca linearia per depurare le acque dalle sedimentazioni, di cui è stato rinvenuto un filtro in piombo (uno dei reperti esposti nella Mostra), in Località Valle del Monaco nel territorio di Grumento, in Località Pantani e Località Mercato a monte di Sarconi, dove i resti sono ancora sotterranei all’attuale Acquedotto Cavour, costruito in epoca risorgimentale.

Tra il Museo e la Chiesa di San Giuseppe si notano rifacimenti dell’antico acquedotto che dimostrano la continuità dell’opera anche in epoche successive, hanno confermato gli esperti. L’arrivo nella città antica era presumibilmente dato da un ponticello e l’acqua veniva distribuita ai cittadini mediante degli adduttori plumbei. Durante gli scavi, sotto la “Domus dei mosaici”, sono state rinvenute anche delle fistule di piombo utilizzate per la distribuzione cittadina su cui si notano ancora oggi i bolli del fabbricante. Tra questi Stasius, il proprietario della domus che fece incidere il suo nome sulle fistule.

Molti dei funzionari e storici romani, raccontano nelle loro opere dell’importanza dell’acqua per la potenza di Roma. Frontino, funzionario pubblico per la gestione dell’acqua sotto l’imperatore Nerva (97 d.C) nella sua opera “De Aquis” affronta il tema in modo dettagliato e preciso. Strabone e Plinio, nei loro scritti, hanno lasciato considerazioni memorabili che identificano Roma come una città dalla grandezza proverbiale grazie alle sue strade, agli acquedotti e alle cloache sotterranee.

I risultati dei nuovi scavi fanno del Parco di Grumentum un luogo affascinante, con molte cose ancora da scoprire ma senz’altro da vivere e da visitare. Per questi motivi, il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano lo ritiene – insieme con le altre risorse archeologiche delle diverse aree quali Anzi, Satriano di Lucania, Muro Lucano, Armento – un asset fondamentale su cui puntare per la programmazione futura in cui verranno inserite nuove strategie di valorizzazione delle risorse culturali. “Il binomio Natura/Cultura nel Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, può divenire vincente se riusciamo ad individuare i flussi turistici che potranno fruire delle nostre eccellenti risorse”, ha dichiarato il presidente dell’Ente Parco, Domenico Totaro. “In linea con la programmazione regionale che con il progetto “Scaviamo il futuro” ha acceso i riflettori proprio sull’archeologia e sulla sua importanza per l’intera regione, stiamo lavorando ad un Piano per la valorizzazione del Parco Archeologico di Grumentum e del Museo Nazionale dell’Alta Val d’Agri, per meglio comunicarli agganciandoli ad altri importanti siti archeologici, non lontani dalla Basilicata. La Summer School itinerante che verrà avviata a breve sul tema dell’interpretazione ambientale, ha già inserito nel suo programma come tappa fondamentale il sito di Grumentum. I beni culturali e naturali sono il futuro delle nuove generazioni. Occorre una nuova sensibilità e una formazione sempre più specialistica ed innovativa”, ha concluso il presidente.

Sarà possibile visitare la Mostra fino al 31 dicembre 2017.

 

Marsico Nuovo, 28 Settembre 2016

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