CONFARTIGIANATO: VOUCHER BABY SITTING PASSO AVANTI PER CONCILIARE FAMIGLIA-LAVORO

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“Il voucher baby sitting alle imprenditrici e alle lavoratrici autonome è un primo passo avanti per riconoscere alle donne il diritto a coniugare attività d’impresa e impegni familiari tenuto conto che il welfare italiano non aiuta le donne che lavorano a far nascere e crescere i figli”. E’ il commento di Rosa Gentile, vice presidente nazionale Confartigianato con delega al Mezzogiorno, in riferimento allo strumento, introdotto, in via sperimentale e nel limite di 2 milioni di euro per il 2016, che permette di superare la disparità tra imprenditrici e lavoratrici dipendenti. Il decreto prevede, infatti, la possibilità per le madri imprenditrici e lavoratrici autonome di richiedere, in sostituzione (anche parziale) del congedo parentale, tale contributo o per il servizio di baby-sitting o per i servizi per l’infanzia (erogati da soggetti sia pubblici che privati accreditati). Gentile aggiunge: “all’Anci Basilicata va il merito di aver rilanciato il tema dello spopolamento dei nostri paesi. Tra le cause dell’emorragia demografica e della scarsa natività non va sottovalutato ulteriormente quella che deriva dalle difficoltà per le donne, specie se imprenditrici e lavoratrici autonome, di conciliare i bisogni della famiglia e dei figli con il lavoro come la carenza, se non l’assenza totale, di servizi per la famiglia soprattutto nei più piccoli centri che spingono ad andare via”. Secondo uno studio di Confartigianato, per le donne tra 25 e 44 anni senza figli il tasso di attività lavorativa è dell’82,1%, ma scende al 63% per le donne della stessa età con figli, con un gap di oltre il 19%. Segno che lo Stato – continua Gentile – non offre quei servizi che consentono alle donne di fare contemporaneamente le madri e di lavorare. Infatti, il 42,7% delle madri occupate segnala di avere difficoltà a coniugare l’attività professionale con gli impegni familiari. E per la cura dei figli si affidano soprattutto a reti di aiuto informale con il 51,4% dei bambini con meno di 2 anni accudito dai nonni, mentre il 37,8% frequenta un asilo nido. La baby sitter viene scelta come modalità di affido prevalente soltanto dal 4,2% delle madri lavoratrici. Non ci fermiamo al voucher – dice Gentile -Tra le altre richieste di Confartigianato, l’istituzione di un voucher per formare i collaboratori chiamati a sostituire temporaneamente la titolare nell’attività d’impresa, un credito d’imposta per investimenti in progetti di conciliazione lavorofamiglia e in attività d’impresa nei settori legati al welfare familiare, sgravi fiscali e contributivi per assunzioni a tempo determinato di coadiuvanti nei periodi di maternità o di assistenza a figli minori o parenti anziani, maggiore flessibilità degli orari degli uffici pubblici.  “Le mamme – sottolinea Edgarda FioriniPresidente di Donne Impresa Confartigianato  – sono tutte uguali, indipendentemente dal lavoro che svolgono. Fare figli è un bene per tutto il Paese e deve essere un diritto garantito a tutte le donne, rendendo disponibili a tutte quei servizi e quelle condizioni indispensabili affinchè non siano costrette a scegliere se lavorare o fare figli”. La Presidente Fiorini sottolinea la necessità di rendere strutturale il voucher che aiuta le imprenditrici a conciliare lavoro e famiglia“E’ necessario – aggiunge – superare definitivamente l’incomprensibile disparità di trattamento tra dipendenti e imprenditrici. Una discriminazione particolarmente odiosa nei confronti delle titolari d’impresa escluse dagli interventi a tutela della maternità previsti per le lavoratrici dipendenti e che attualmente non godono di alcun sostegno per coniugare gli impegni professionali con la cura della famiglia”.

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