Napoli: Spesa Farmaceutica Ospedaliera, nuovo rosso della Basilicata di quasi 10 milioni di euro

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foto spesa farmaceutica

“E’ di 9 milioni e 517mila euro lo sforamento del tetto di spesa, previsto dalla legge per la farmaceutica ospedaliera, fatto registrare dalla Regione Basilicata nei primi cinque mesi dell’anno in corso a conferma di quanto sia ancora lungo e tortuoso il percorso che la nostra regione deve percorrere per conseguire risparmi di spesa da reinvestire nel soddisfacimento di vecchi e nuovi bisogni di salute della comunità lucana”.

E’ questa la dichiarazione di Michele Napoli, Capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale, il quale nel commentare i dati del monitoraggio AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), pubblicati sabato 17 settembre sulla spesa farmaceutica degli ospedali italiani, ha aggiunto ”il superamento del tetto di spesa previsto dalla legge, cioè il 3,5% del Fondo Sanitario, da parte delle strutture sanitarie lucane non è una novità e pretende una azione sempre più incisiva della Stazione Unica Appaltante, che in Basilicata è divenuta operativa con notevole ritardo, per far risparmiare risorse e garantire un’ottima qualità dei beni acquistati”.

Obiettivi che, secondo Napoli, “richiedono un sempre più stretto collegamento delle strutture regionali con la CONSIP, capace di suggerire alle varie realtà locali l’acquisto giusto in termini di costi e di qualità dei farmaci e dei dispositivi sanitari”. 

“E’ utopistico non pensare – ha concluso Napoli – che l’aumento della spesa farmaceutica ospedaliera possa essere l’effetto di inefficienze gestionali o, peggio ancora, del mancato rispetto delle regole”.

Poi Napoli ha parlato dei correttivi sottolineando che “in questi anni, come Forza Italia, ne abbiamo proposti tanti: il sistema di centralizzazione degli acquisti, l’obbligo per le strutture sanitarie di pubblicare on line i prezzi di acquisto dei dispositivi medici, il farmacista di dipartimento sono alla maggiore osservanza dei prezzi benchmark elaborati da Agenas , dalla stessa CONSIP o da realtà territoriali più virtuose”.

“Riteniamo che occorre praticarli tutti, per risparmiare e senza perdere mai di vista la qualità dei servizi e la sicurezza delle cure che gli ospedali hanno l’obbligo di garantire”

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